Villa del Balbianello: una perla sul Lago di Como

by Sebastiano
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Affacciata sulla sponda occidentale del Lago di Como, su una penisola incantata, nasce una delle più spettacolari residenze storiche del XVIII secolo: Villa del Balbianello.

Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva fino al lago e passava ore e guardarlo, giacché, disegnato sull’acqua, gli pareva di vedere l’inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita

Alessandro Baricco

Questa elegante e romantica dimora si trova a Lenno e fa da cornice al promontorio boscoso della penisola di Lavedo.

Edificata dal il cardinale Angelo Maria Durini sul finire del ‘700 è una delle più scenografiche costruzioni d’epoca che arricchiscono il Lario. Dal 1988 fa parte dei beni del FAI, che l’ha aperta al pubblico ed oggi se ne prende cura valorizzandola e organizzando visite guidate.

Il periodo migliore per visitare questo luogo è la primavera, periodo in cui le ville del Lario rifioriscono in tutto il loro splendore. È comunque possibile visitarla da metà marzo fino a dicembre inoltrato.

Raggiungerla è molto facile. Il modo più veloce è l’auto. C’è un parcheggio in Via degli Artigiani, a Lenno, ma nei giorni di pieno è un miracolo trovare posto. Un’altra possibilità è l’autobus. Dalla città di Como la linea SPT C10 vi condurrà in circa un’ora nel centro della cittadina.

Il mezzo, invece, più suggestivo per raggiungerla è il traghetto. In circa un’ora e mezza da Como, dopo uno spettacolare viaggio panoramico, vi condurrà qui.

Arrivati a Lenno ci vogliono circa 25 minuti di cammino lungo un sentiero a picco sul lago che attraversa boschi di alberi secolari per raggiungere il promontorio da cui inizia la visita.

La villa fu edificata sui resti di un convento francescano del XIII secolo, di cui attualmente resta la facciata dell’antica chiesa con due piccoli campanili. Il cardinale Durini edificò una Loggia che corona l’edificio principale dall’alto del promontorio. Da qui la vista si apre a due opposti paesaggi: da una parte il più selvaggio Golfo di Diana, a sud, che fa da cornice all’Isola Comacina, dall’altra quello di Venere, a nord, affacciato uno dei punti più suggestivi di tutto il Lario, la costa compresa tra Tremezzo e Bellagio, conosciuto come la Tremezzina.

Il secondo proprietario del Balbianello fu Luigi Porro Lambertenghi, nipote del cardinale e uomo con grandi aspirazioni antiaustriache che fece diventare la villa sede di attività repubblicana. In questo periodo diversi membri Carbonari discussero qui dell’Unità d’Italia.

Lambertenghi a causa della sua fuga in Belgio vendette la proprietà al suo amico, Giuseppe Arconati Visconti. L’emblema visconteo collocato sulla balaustra di fronte alla chiesa resta il simbolo di questa proprietà. In questo periodo la villa divenne un importante salotto estivo, frequentato da politici e scrittori tra cui Berchet, da Giusti e perfino da Manzoni.

Dopo quasi quarant’anni di totale abbandono, nel 1919, l’uomo d’affari americano Butler Ames riuscì ad ottenere la proprietà con un’offerta alla famiglia Visconti ormai in rovina, e la sottopose a un attento restauro.

Nel 1974 gli eredi di Ames la vendettero all’uomo d’affari ed esploratore Guido Monzino (capo della prima spedizione italiana sull’Everest) che la rese lo splendore che oggi possiamo ammirare.

La sua vita quotidiana e le eroiche gesta emergono da mappe, strumenti di viaggio, libri, arredi e preziose collezioni di oggetti d’arte antica e primitiva: tutto è ancora allestito secondo il suo volere.

Dalla sommità del promontorio un curatissimo viale di platani alternati a statue vi condurrà al sagrato della piccola chiesa. La particolare conformazione geologica fa dei giardini del Balbianello, con i sui terrazzamenti e la perfetta fusione con il paesaggio, un luogo fuori dal tempo. Uno scenario, questo, che ha fatto innamorare artisti, letterati e registi. Nel giardino e nelle sale sono state girate scene di film e saghe famosissime, come quella di 007 (con “Casino Royale”) e quella di Star Wars.

La già citata loggia presenta una rosa dei venti realizzata a intarsio sul pavimento e la coppia di colonne intorno alle quali si arrampica sinuoso un ficus repens sempreverde.

Da qui è possibile accedere alla Sala della Musica e alla Biblioteca riconducibile al XIX secolo. Qui Monzino sistemò la sua raccolta di libri dedicata alle spedizioni alpinistiche e polari, ancora oggi patrimonio di inestimabile valore per gli studiosi di queste materie.

All’interno della villa spicca la Sala dei Primitivi, così chiamata perché conserva oggetti di arte africana, cinese, maya e azteca, esposti accanto a ceramiche cinesi di epoca Tang e Ming. Queste opere si affiancano a un’ampia raccolta di stampe del lago e a una delle più cospicue collezioni di dipinti su vetro oggi conosciute.

Nel sottotetto Monzino fece allestire un piccolo Museo delle Spedizioni, motivo d’orgoglio per l’instancabile viaggiatore. Tra i tanti cimeli conservati, al centro della sala, è presente una delle slitte trainate dai cani con cui, nel 1971, raggiunse il Polo Nord.

Una curiosità della villa è la presenza di un sistema di passaggi nascosti che collegano le parti della proprietà. Questo labirinto fu voluto da Monzino, dopo l’assassinio di Aldo Moro ne 1978, per poter fuggire da un’eventuale imboscata delle Brigate Rosse.

Senza dubbio una delle residenze più incantevoli di tutto il Lario, Villa del Balbianello, vi conquisterà con il suo splendore e vi offrirà il meglio dell’architettura e dei paesaggi del Lago di Como.

Se volete maggiori informazioni sui costi e sulle aperture di questo magnifico posto potete visitare direttamente il sito del Fondo Ambiente Italiano FAI.

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